Benvenut* a questa nuova lezione!
Oggi ti parlerĂ² dei font e di come usarli correttamente per arricchire i nostri progetti grafici.
Iniziamo con il suddividerli in macro-categorie:
- Serif: detti anche graziati, sono tutti quei font dotati di grazie (vedere la lezione precedente) sottili e discrete. Associati alla tradizione, all'autoritĂ , all'autorevolezza, all'eleganza e alla formalitĂ , sono principalmente usati nella stampa e nei loghi.
Appartengono a questa categoria Garamond, Baskerville, Times New Roman e Georgia. Qui in basso i font appena citati:
- Sans Serif: detti bastoni, sono font privi di grazie, dall'aspetto semplice e lineare. Associati alla modernitĂ , alla geometricitĂ , all'universalitĂ e alla chiarezza, vengono utilizzati nella creazione di loghi e per la stesura di articoli, titoli e testi esplicativi di piccole dimensioni.
Alcuni esempi di font sans serif: Arial, Verdana e Futura.
- Slab Serif: detti anche egiziani, sono dotati di grazie ben evidenti e aste uniformi. Attribuiscono forza, soliditĂ e modernitĂ al progetto grafico e sono generalmente utilizzati per loghi e testi brevi.
Alcuni esempi di slab serif sono: Courier, Museo e Bevan.
- Script: o calligrafici, sono i font ispirati alla scrittura a mano. Sono associati alla femminilitĂ , all'eleganza, all'amicizia, all'infanzia a volte, alla creativitĂ e allo stile. Sono utilizzati nei loghi, nei biglietti di invito o di auguri e talvolta nei titoli.
Appartengono alla categoria Lobster, Pacifico e Zapfino.
- Decorativi: sono i font dall'aspetto non convenzionale, che si ispirano a elementi presenti in natura o nella vita di tutti i giorni. Possono esprimere idee, emozioni e sensazioni di ogni genere e sono molto difficili da utilizzare, in quanto attirano molto l'attenzione su di sé. utilizzati principalmente per loghi e titoli.
In basso alcuni esempi:
Oltre all'appartenenza a queste macro-categorie, bisogna dire che i font sono soggetti a variazioni di peso e stile rispetto alla loro versione "base". Difatti, quando andiamo a scegliere un font, i software ci mostrano la versione regular, ossia l'originale, quella di partenza.
Il concetto ti sarĂ piĂ¹ chiaro con un esempio pratico: in basso una scritta in Times New Roman in regular, ossia nella versione di default.
Di questo font abbiamo altre versioni; una di queste è l'italic, detto anche corsivo:
Confrontando i due stili potrai notare quanto l'italic cambi l'originale con una semplice inclinazione. Questo stile è utilizzato di solito per mettere in evidenza un termine in una lingua diversa rispetto al resto del testo o per sottolineare una citazione.
In basso un altro esempio:
Dal regular siamo passati al bold, ossia al grassetto. Com'è evidente, la differenza sta nel maggior spessore di aste, grazie e di tutti gli elementi che compongono i caratteri. Con questo stile di solito vengono scritti i titoli, i sottotitoli e i termini da porre in evidenza.
Italic e bold, pur essendo utilizzati per comunicare concetti differenti, possono essere attribuiti ad uno stesso testo contemporaneamente:
I due stili insieme conferiscono eleganza, forza e autorevolezza a un titolo o a un logo, che appare ai nostri occhi carico di carattere e quindi non utilizzabile all'interno di un articolo o di un paragrafo.
Abbiamo perĂ² anche altre caratteristiche su cui possiamo lavorare, come ad esempio l'estensione delle lettere. Ecco un esempio di un Times New Roman regular affiancato a un altro Times regular ma di tipo espanso:
L'espanso presenta caratteri piĂ¹ larghi, che sembrano schiacciati o spalmati sulla superficie. Decisamente non adatto all'interno di un paragrafo di un romanzo, ma non male come logo di un paio di jeans.
Esiste anche la versione piĂ¹ "stretta" di un font ed è detta condensata:
Anche in questo caso non è bene utilizzare questa variazione per riempire pagine e pagine, ma come logo è piĂ¹ che apprezzabile.
Chiudo con gli stili espanso e condensato questa lezione.
Nella prossima vediamo quali accortezze mettere in atto nella creazione di un font per renderlo accessibile (ossia leggibile da parte di chi soffre di cecitĂ totale o parziale).
A presto!